«Abbiamo scelto Shakespeare e il suo Mercante perché dopo la peste che aveva colpito Londra a fine ‘500 in città non si respirava una bella aria, i ricchi erano guardati con invidia, i poveri con disprezzo, quelli che professavano un’altra religione con sospetto… ecco, non sapere più se stai parlando del 1594 o del 2022, ci fa sentire di avere a che fare con un testo quanto mai attuale», afferma Stefania Marrone che si è occupata dell’elaborazione drammaturgica dello spettacolo.
«A Shakespeare venne commissionato di scrivere un’opera antisemita in un momento in cui gli ebrei col loro sistema di prestiti tenevano in vita – e quindi sotto scacco – tutta Londra. A una città impoverita serviva un nemico, ma alla richiesta facile di un colpevole Shakespeare rispose attraverso la complessità, portando per la prima volta in scena, nel Seicento, le ragioni del cattivo, anticipando ancora una volta la cultura contemporanea», spiega Cosimo Severo che dello spettacolo ha curato la regia.
“Il mercante di Venezia. Il teatro dopo la peste” è un racconto per attore e musici. Un monologo a più voci, una storia d’amore e debiti. Due amici, una donna, un voto solenne, un prestito in denaro, una libbra di carne umana richiesta come penale, una punta di odio verso lo straniero che ha una cultura, delle abitudini e una religione diversa. Ci sono tutti gli ingredienti perché finisca in tragedia, ci sia legittimo spargimento di sangue e morti non accidentali, ma a Shakespeare quella volta era fiorita in petto una gran voglia di commedia. Si rischia di ridere in questa storia. L’ha scritta Shakespeare del resto! E, come spesso accade nelle sue opere, al riso si arriva come una liberazione, come una risalita insperata dopo aver toccato il fondo dell’animo umano.
Le musiche originali dello spettacolo sono del M° Fabio Trimigno, in scena Salvatore Marci assieme ai musicisti Michela Celozzi (violoncello), Andrea Stuppiello (percussioni), Fabio Trimigno (violino) e con la partecipazione di Giovanni Salvemini. Le scene e il disegno luci sono di Luca Pompilio e Cosimo Severo, lo spazio sonoro è di Amedeo Grasso.
Lo spettacolo è inserito tra gli appuntamenti di prosa di “Comizi d’Amore”, la stagione teatrale 2021/2022 della compagnia Bottega degli Apocrifi, realizzata in collaborazione con il Comune di Manfredonia, con il Teatro Pubblico Pugliese e con il sostegno dell’Azienda SILAC.
I biglietti sono disponibili presso il botteghino del Teatro, aperto dal lunedì al venerdì ore 10-13 e 18.00-20.00, e online sul circuito Vivaticket.
Biglietto I settore € 12,00 | ridotto € 10,00
Biglietto II settore € 10,00 – ridotto € 8,00 | Under 19 € 6,00.
Nel rispetto delle normative vigenti in materia di contenimento del Covid 19, a teatro sarà possibile accedere dietro presentazione di green pass vaccinale o da guarigione e muniti di mascherina ffp2
Per info e prenotazioni: Bottega degli Apocrifi/Teatro Comunale “Lucio Dalla”, via della Croce – Manfredonia, 0884.532829 – 335.244843, bottegadegliapocrifi@gmail.com.